Caruggi di piombo by Marvin Menini

Caruggi di piombo by Marvin Menini

autore:Marvin Menini [Menini, Marvin]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Fratelli Frilli Editori
pubblicato: 2023-01-13T00:00:00+00:00


25.

Sto per salire di nuovo in sella alla mia Vespa e continuo a fissare la fotografia. Cerco di mettere a fuoco il secondo uomo, che ha un viso familiare.

“Ma certo”, dico a voce alta. Ho il cuore in gola per l’emozione e per quello che sarà lo scoop del secolo. Potrei tenere la cosa solo per me, fregare tutti e uscire con lo notizia in esclusiva. Purtroppo, ho un’etica. E soprattutto un’appendice in mezzo alle gambe che guida le mie azioni anche nei momenti sbagliati.

Devo avvertire subito Francesca. Provo una, due, tre volte; nessuna risposta. Mentre attendo che mi richiami, sperando che lo faccia, mi siedo in un bar vicino alla palestra. Ordino un Rum Cooler, che mi arriva in pochi secondi. Aspiro con la cannuccia il cocktail, annacquato e acido, pensando che sia uno dei peggiori della mia vita. Avverto anche una lieve fitta al fianco, segno che sto esagerando e che negli ultimi giorni la dieta è in parte andata a farsi benedire. E suppongo che patatine e noccioline, inizio a trangugiarle quasi in estasi, non siano il complemento ideale per evitare guai.

Francesca mi richiama. Alla buon’ora.

“Ho parlato con Federica.”

Sento che sta picchiettando sulla tastiera, quasi assente. Io le racconto del nostro incontro ma lei annuisce distante, come se le mie parole le passassero da un orecchio all’altro.

“Ehi. Mi ascolti? Tutto bene?”

“Uff. Sì, scusa. Sono anche io dietro a cose. Roba grossa. Abbi pazienza.”

“Roba tipo?”

Ancora una pausa.

“Troppo lunga da spiegare al telefono.”

Di nuovo quella sensazione di distacco.

“Non starai mica giocando sporco, vero?” le domando. E finisco le noccioline nel piattino sempre con la stessa libidine della prima manciata. Lei ride.

“No, no. È davvero una questione complessa. Ci sono tanti elementi che non capisco. Ho bisogno di riflettere.”

“Roveri ha voluto che Federica mi consegnasse una fotografia. Estate del millenovecentosessantanove ad Alghero. E sai con chi è in quella foto?”

“Provo a indovinare. Con Stefano Barberis? Il fratello di Giovanna. Il nostro uomo con dobermann brutto e cattivo.”

“Esatto. Ehi, ma come ci sei arrivata?”

Una lunga pausa.

“Pronto?”, ribadisco.

“Scusa, sì. Abbi pazienza ma sto davvero cercando di far quadrare il cerchio. Queste deposizioni… ma perché è tutto oscurato? Dove sono le trascrizioni in chiaro?”

Mi sto innervosendo.

“Ma di che cosa parli?”

La sento inspirare la sua sigaretta elettronica.

“Domani ti spiego. Come ci sono arrivata? Diciamo per induzione. Se tu vedessi le carte che ho qui davanti capiresti. Mi hai solo fatto fare due più due.”

“E fammele vedere, allora, queste carte.”

Ennesima pausa.

“Domani, Matteo. Domani mattina. Devo riportare il fascicolo entro le diciotto o il mio uomo a palazzo di Giustizia passerà dei guai.”

Indugio, valutando se raccontarle anche il resto. Manco a dirlo, cedo.

“C’è una frase sul retro della fotografia. Più una sigla. E credo sia importante.”

La sento aspirare l’ennesima boccata.

“Che scritta?”

“Alghero, 1969. E poi c’è scritto S.L.S. Con tanto di punto esclamativo finale. Potrebbe essere qualcuno. Qualcuno di importante.”

Lei ride.

“Non ricordi la storia italiana recente, vero?”

“Dipende.”

“Direi di no. Non è un nome. E non mi stupisce sia stata scattata ad Alghero.”

Pago il Rum Cooler ed esco dal bar.



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